Prevista nella seconda metà di gennaio l’inizio della campagna di vaccinazione anticovid in Italia.
Visti i tempi necessari allo sviluppo di un vaccino solitamente molto più lunghi, la notizia dell’arrivo del vaccino è stata sulle prime accolte con grande entusiasmo, ma ora, ad un giorno dall’avvio della campagna in Inghilterra con testimonial d’eccezione la famiglia reale – è già polemica sul ritardo.
Vediamo ora nel dettaglio tutto quello che sappiamo su quella che ci si augura sia la soluzione al covid19.
Il vaccino Pfizer-BioNtech
Il vaccino che sarà somministrato in Italia a partire dal 27 gennaio, è quello prodotto dall’azienda farmaceutica tedesca BioNtech e l’americana Pfizer, entrambe specializzate in biotecnlogia e biofarmaceutica per la ricerca, lo sviluppo e la sperimentazione di farmaci.
I tempi della somministrazione.
Sarà somministrato in due dosi, a distanza di tre settimane l’una dall’altra, e l’immunità si raggiunge a distanza di 7 giorni dalla seconda dose. Anche se è dimostrato che si raggiunge una forte protezione già dopo la prima dose, ciascun soggetto potrà dirsi al sicuro dal virus entro un mese dalla prima somministrazione, perché la risposta immunitaria ha bisogno di tempo per “maturare” e consolidarsi.
Efficacia e copertura.
Il vaccino anticovid della Pfizer-BioNtech ha dimostrato un’efficacia stimabile intorno al 95%.
Un’ottima percentuale se si pensa che il vaccino dell’influenza stagionale solitamente garantisce una protezione del 40-60% a seconda del soggetto.
Che cosa si prospetta per quel 5% della popolazione su cui il vaccino non fa effetto?
Il campione analizzato ha dimostrato che in quella minima parte di soggetti sui quali il vaccino si è rivelato inefficace esso ha comunque permesso di attenuare di molto gli effetti della malattia.
La distribuzione.
Grazie ad un contratto diretto firmato con la Pfizer e la BioNTech, l’Europa si è assicurata 300 milioni di dosi, che saranno ripartiti tra i paesi membri dell’Unione a seconda della popolazione di ciascuno in relazione alla popolazione totale della UE.
Risultato della ripartizione per l’Italia sono 27 milioni di dosi, che consentiranno di vaccinare 6,5 milioni di Italiani appartenenti alle categorie più esposte, e quindi più urgenti: operatori sanitari, personali e ospiti delle residenze per anziani, soggetti anziani sopra gli 80 anni.
Assicurata la somministrazione dei primi 6,5 milioni, con l’arrivo di ulteriori quantità di si procederà con la somministrazione alle altre fasce a rischio della popolazione – persone tra i 60 e i 79 anni, soggetti con malattie croniche, insegnanti, lavoratori di servizi essenziali e nelle carceri.
Nel terzo e quarto trimestre del 2021 si stima che saranno vaccinati la maggior parte degli Italiani, anche a seguito dell’arrivo di ulteriori dosi di vaccino, prodotti dalla Astra Zeneca (garanzia di efficacia 70%), Johnson & Jonhson, Sanofi/gfk e Curevac.
Il vaccino sarà su base volontaria e gratuito, le istituzioni stanno mettendo a punto un’applicazione per gestire le prenotazioni e il meccanismo dei due successivi richiami.
L’immunità di gregge, che garantirebbe un significativo controllo sulla circolazione del virus, si potrà raggiungere vaccinando almeno il 70% della popolazione.
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