Già messa in dubbio dal taglio alle forniture, la seconda fase di vaccinazioni, indirizzata agli anziani over 80, i più fragili ed esposti al covid, subisce un’ulteriore ridimensionamento sul cronoprogramma vaccinale, dopo l’annuncio dell’Aifa – l’agenzia italiana del farmaco – di raccomandare la somministrazione di AstaZeneca, il terzo vaccino approvato dall’Unione Europea, su soggetti con meno di 55 anni.
Evidenze scientifiche dimostrerebbero infatti una scarsa efficacia del vaccino di AstraZeneca in soggetti molto anziani.
Per questo si pensa di destinare le prossime dosi in arrivo per i lavoratori della pubblica amministrazione: in primis insegnanti, e poi personale scolastico amministrativo e di servizio, militari e forze di polizia.
Una notizia negativa, quello dell’impossibilità di somministrare il vaccino agli over-80, ma una buona notizia in un’ottica di ripresa generale di quei servizi essenziali, quali la scuola, che da settembre sono stati fanalino di coda nel quadro di ripresa del paese.
Tuttavia, nulla appare in discesa anche sul fronte scuole e pubblica amministrazione: una classe di lavoratori che in Italia ha un’età media piuttosto alta, che sfiora i 51 anni.
Quindi appena entro il limite raccomandato dall’Aifa.
In proposito, non sono mancate ipotesi alternative, come quella di destinare il vaccino di AstraZeneca agli operatori del turismo, altro settore gravemente colpito dalla crisi collaterale all’emergenza Covid, una fetta di lavoratori difficile tuttavia da identificare in quanto estremamente diversificata, o – seconda ipotesi alternativa – quella di somministrare il vaccino alla vasta platea degli studenti universitari, mine vaganti spesso al centro delle polemiche generate alla vista di centri città e luoghi della movida affollati come non mai, possibilità anche questa presto naufragata, dal momento che non si tratterebbe di una fetta di popolazione a rischio stando alla media di mortalità riscontrata tra i affetti da covid-19.
Insomma un quadro complicato, da qualsiasi punto di vista lo si guardi, in cui ogni soluzione sembra ripristinare in parte o affatto, quella normalità pre-covid cui tutti auspichiamo di ritornare quanto prima.
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