Caute novità sulle relazioni che intercorrono tra il vaccino AstraZeneca e i rari casi di trombosi riscontrati in diversi paesi europei previste per mercoledì 7 Aprile, quando l’EMA (Agenzia europea dei medicinali) divulgherà raccomandazioni aggiornate in merito al vaccino anglo-svedese.
Sebbene le autorità ribadiscono che il rapporto benefici-rischi sia ancora tutto a vantaggio dei primi, l’ente ha affermato (rispetto all’incertezza manifestata in precedenza) la possibile – se non certa, ma sempre in casi rari – relazione trai i casi di trombosi e il vaccino.
Altri paesi europei intanto, hanno già preso risoluzioni in merito al vaccino AstraZeneca, limitandone l’uso a determinate fasce d’età.
La Germania, per esempio, sospende Astra-Zeneca agli over 60.
In Spagna i destinatari del vaccino saranno gli over 65 (limite innalzato rispetto al precedente 55).
In Grecia, resta, come dalle iniziali indicazioni, il limite per i soli over 65.
In Francia, l’ok per la somministrazione riguarderà gli under 55 mentre in Polonia gli under 65.
In Gran Bretagna – dove i decessi sono stati 7 su 18,1 milioni di dosi somministrate – e in Belgio, il vaccino continuerà ad essere somministrato dai 18 anni in su.
Sul fronte diametralmente opposto Norvegia e Danimarca che danno lo stop alle somministrazioni fino al 15 Aprile, nonostante il via libera dell’Ema.
Il fronte vaccini in Europa è quindi estremamente variegato, anche per questo l’Ema, con le precisazioni del 7 Aprile, intende suggerire una linea comune, escludendo i sottogruppi di popolazione che – accomunati da aspetti che potrebbero rappresentare un maggior fattore di rischio (età, sesso, fragilità particolari) hanno manifestato una maggiore incidenza nel rapporto causa-effetto in relazione ai casi di trombosi che sono stati segnalati.
Va sottolineato tuttavia, che nulla di straordinario c’è in quella che può apparire come una correzione di rotta, si tratta piuttosto dell’applicazione dei protocolli di farmacovigilanza, come è già successo in passato per farmaci apparentemente più innocui.
Si ricordi ad esempio il caso dell’aspirina, che a partire dagli anni ’80 è stata sconsigliata per i bambini sotto i 12 anni per alcuni casi avversi.
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