Annunciato per il 7 gennaio, poi di nuovo sconfessato, desiderato da insegnanti, genitori e alunni, il ritorno tra i banchi di scuola non pare affatto scontato alla data del fatidico rientro in classe dopo la pausa natalizia.
Al momento, a riaprire i battenti, sono le scuole dell’infanzia e le medie, seppur non in tutte le regioni, e interessa circa 5 milioni di studenti. Mentre pare ci sia da attendere fino all’11 gennaio, se non slitterà ancora, il ritorno a scuola per i più grandi, come sembrano già annunciare molte regioni: Veneto, Friuli, Piemonte, Marche, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sardegna.
Il nodo, esattamente come a settembre, è sempre lo stesso: l’insufficienza dei servizi di trasporto pubblico, che per mancanza di mezzi e fondi, non sarebbe in grado di garantire le norme di distanziamento, considerando che la stragrande maggioranza degli studenti si muove appunto con i mezzi pubblici. E se gli ingressi scaglionati, insieme con la didattica in parte a distanza, in parte in presenza, sono sembrate sulle prime delle soluzioni sufficienti, è il problema del rientro a casa degli studenti a mettere nuovamente in crisi l’opzione per un ritorno tra i banchi di scuola.
Insomma il tema scuola continua ad avvolgersi su se stesso tornando sempre al punto di partenza, e c’è pure chi avanza l’ipotesi di fare proprio delle scuole baluardo della seconda fase della campagna vaccinale, che dopo il personale sanitario interesserebbe quindi la popolazione scolastica tutta.
Insomma, ancora una volta pare non esserci una soluzione possibile per risolvere lo snodo scuola facendo affidamento sui servizi di mobilità messi a disposizione dalle regioni, della serie che l’unico modo per fronteggiare l’emergenza corona virus, è eliminare all’origine il problema, ovvero debellare il virus con la somministrazione del vaccino.
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7 gennaio: il ritorno tra i banchi di scuola slitta ancora.
