An error occured: XML data could not be loaded. Make sure you specified the correct path. Ipotesi terza dose di somministrazione dei vaccini. | Sams

Ora che la campagna vaccinale ha coperto i soggetti maggiormente a rischio, estendendo la possibilità di somministrare i vaccini anche ai più giovani, si parla della possibilità di una terza dose di vaccino, già vagliata a partire da gennaio. Ad annunciarlo è il Ministro della Salute Roberto Speranza.
Il richiamo sarà “modificato” per coprire le varianti e interesserà probabilmente i vaccini con sistema mRNA (Moderna e Pfitzer in Italia), mentre è al vaglio degli studiosi l’efficacia del richiamo con i vaccini basati su adenovirus (come AstraZeneca e Johnson&Johnson) così come pure la possibilità di ricorrere ad un mix di vaccini per coloro i quali hanno già ricevuto le prime due dosi con vaccini basati su adenovirus.

Tali ricerche e sperimentazioni sono in corso in Germania e Inghilterra, quest’ultima – prima ad avviare la campagna vaccinale in Europa – ha somministrato in larga parte vaccini AstraZeneca.
Negli Stati Uniti invece è già cominciata la sperimentazione della terza dose con vaccino mRNA Moderna, la casa farmaceutica che ha distribuito i vaccini negli Stati Uniti, ha modificato il prodotto rendendolo maggiormente efficace contro le varianti sudafricana e indiana e a ridotto sensibilmente il dosaggio. 

La stessa casa farmaceutica starebbe anche progettando un nuovo vaccino, unico e specifico sia per i corona virus che per l’influenza, che probabilmente sarà pronto entro 1-2 anni.

A che cosa serve la terza dose

La maggior parte degli esperti di tutto il mondo ritiene che la terza dose sia necessaria, anche se al momento resta l’incognita di quando somministrarla, molto probabilmente in Italia si comincerà ad autunno, oppure all’inizio del prossimo anno.
Le ragioni che rendono necessario il richiamo sono due: la possibilità che il virus muti in modo da aggirare la risposta immunitaria ottenuta con le prime due somministrazioni, e l’incognita circa la durata dell’immunità.
Le ricerche sono naturalmente in corso contestualmente con il procedere delle campagne vaccinali e l’avanzata del corona virus nel mondo, al momento, studi condotti nel Regno Unito hanno dimostrato che una sola dose di vaccino non protegge – per esempio – dalla tanto temuta variante indiana, mentre con due dosi ci sono buone possibilità che la malattia non sviluppi sintomi gravi.
Probabilmente una terza dose di vaccino eviterebbe anche lo svilupparsi di una forma lieve di malattia.

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