Il Primo Ministro Mario Draghi e il Ministro per l’Innovazione Vittorio Colao lo hanno chiamato Green o Covid Pass, si tratta del documento che, a partire da metà giugno, si dovrà presentare per poter svolgere determinate attività, anche se in zona bianca.
La certificazione, che sarà disponibile sia in formato cartaceo che elettronico (scaricabile anche attraverso le app IO e Immuni), attesta che si è guariti dal Covid, o vaccinati o che si è risultati negativi ad un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti.
Nel caso di soggetti vaccinati, la certificazione potrà essere ottenuta già 15 giorni dopo la somministrazione della prima dose. Nel caso in cui si siano avute entrambe le somministrazioni avrà validità la seconda certificazione, rispetto alla prima.
Il green pass ha una validità di nove mesi, a partire dalla seconda dose ricevuta.
Al momento, il documento dovrà essere presentato obbligatoriamente per partecipare a feste e banchetti legati a cerimonie civili o religiose, per accedere a regioni in fascia di rischio arancione o rossa. Se lo stabiliranno i presidenti di Regione, potrebbe anche essere richiesto per accedere in regione indipendentemente dalla fascia di rischio della stessa.
Il pass (o le certificazioni sostitutive di cui sopra) saranno obbligatorie e a partire dai 2 anni in su, quindi i minorenni non sono esentati dall’obbligo di presentare il documento.
Non sarà invece necessario per accedere a ristoranti, bar o discoteche (che al momento possono essere frequentate come bar-ristoranti e non come piste da ballo).
Diverse le modalità di accesso ai paesi europei, tra quelli che richiedono la certificazione, e quelli che oltre alla certificazione richiedono anche il tampone (Francia, Grecia e Spagna, ad esempio).
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