La diffusione della variante Delta in Italia non è il genere di notizia che aspettavamo all’indomani delle riaperture, con l’Italia in zona bianca e la fine del tanto osteggiato coprifuoco.
I numeri in netto calo che consentono il clima di riaperture estive sono senza dubbio da attribuire all’efficacia dei vaccini, come dimostrano gli studi condotti dall’Istituto Superiore di Sanità a sette mesi dall’avvio della campagna vaccinale.
Il rapporto dell’ISS analizza i dati dei positivi, dei ricoveri e dei decessi. Tutti e tre gli indicatori risultano in sensibile riduzione tra i vaccinati rispetto al resto della popolazione.
Lo studio comprende il periodo tra il 27 dicembre 2020 e il 16 giugno 2021, quando erano state somministrate circa 43,2 milioni di vaccino, di cui quasi 30 milioni di prime dosi.
Il risultato degli studi dimostra che sono pochissimi i positivi tra chi ha ricevuto due dosi del vaccino. Gli operatori sanitari e gli ottantenni – primi a ricevere il vaccino – rappresentano un buon punto di riferimento per valutare la protezione offerta dalle vaccinazioni ormai a distanza di diversi mesi.
I ricoveri in terapia intensiva tra le fasce più anziane della popolazione dà qualche ulteriore indizio sugli effetti della campagna vaccinale.
Si è infatti riscontrata una progressiva diminuzione dei ricoveri all’aumentare della percentuale di popolazione vaccinata, lo stesso vale per i tassi di mortalità.
Come dimostrato dagli studi condotti da altri paesi, i vaccini in uso garantiscono una buona protezione dal Covid 19 e un’ottima efficacia nell’evitare le forme più gravi della malattia. Aspetti validi soprattutto a partire dalla seconda dose, mentre con la sola prima somministrazione si è ancora suscettibili di incorrere nella malattia, pertanto restano necessarie le precauzioni ormai note: mascherine, distanziamento, igiene delle mani.
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Italia in “zona bianca”. Quali sono i dati dell’epidemia?
